Esami audiometrici tonali e vocali anche in lingua straniera (tedesca, inglese, francese)

Gli esami audiometrici sono test diagnostici che servono a studiare in modo specifico le funzioni uditivi. Grazie all’audiometria, lo specialista otorinolaringoiatra è in grado di distinguere fra le sordità di trasmissione legate a una patologia che interessa l’orecchio esterno, l’orecchio medio, la membrana timpanica e gli ossicini e la sordità neurosensoriale dovuta a una sofferenza della coclea e del labirinto (orecchio interno) oppure a una patologia del nervo acustico.

Al paziente vengono fatti ascoltare determinati suoni (in questo caso si parla di audiometria tonale) allo scopo di poter valutare la funzione uditiva da un punto di vista “quantitativo” (in altri termini: quanto si sente); in seguito il paziente dovrà ascoltare parole o frasi (audiometria vocale); ciò serve a dare una valutazione sulla discriminazione della voce e della funzione uditiva da un punto di vista “qualitativo” (come si sente).

Esame audiometrico tonale

Con questo esame audiometrico si inizia a indagare le capacità uditive del paziente. In associazione con l’esame impedenzometrico, l’esame audiometrico tonale fornisce al medico un quadro completo del problema.

In cosa consiste

Il paziente viene fatto accomodare all’interno di una cabina insonorizzata e viene fornito di cuffie, attraverso le quali il medico invia degli stimoli acustici di diversa intensità e frequenza. Durante questo esame diagnostico è di fondamentale importanza la collaborazione del paziente.

Interpretazione di un esame audiometrico tonale

Attraverso l’uso di suoni puri è possibile fare una valutazione oggettiva delle funzionalità dell’orecchio medio ed esterno. Attraverso le vibrazioni invece si può apprezzare la funzionalità dell’orecchio interno del paziente, fornendo così un quadro completo della situazione.

Valori normali di un esame audiometrico tonale

L’età del paziente influisce sui valori considerati normali. Indicativamente, un paziente di 20 anni con udito normale, riesce a udire frequenze a partire dai 20 decibel. Con lo scorrere degli anni le capacità uditive diminuiscono. Questo processo inizia generalmente intorno ai 50 anni.

Le alte frequenze sono le prime a non essere percepite come prima. Successivamente, con l’avanzare dell’età, si inizieranno a non udire bene nemmeno le medie frequenze. La diminuzione uditiva attribuita all’età viene definita Presbiacusia.

Esame audiometrico vocale anche in lingua straniera (inglese, tedesco e francese)

L’esame audiometrico vocale risulta frequentemente determinante nella valutazione complessiva dell’ipoacusia e, di conseguenza, nella prescrizione di una protesi acustica da parte dell’otorino.

L’esame vocale evidenzia eventuali presenza di problematiche nelle vie nervose nella trasmissione del messaggio sonoro, permettendo di stabilire se la problematica risieda unicamente nell’orecchio o se interessi contemporaneamente, anche le vie che conducono il suono al cervello.

La valutazione dell’esame è relativamente semplice e si basa sul numero di parole inviate al paziente e confrontato col numero di parole ripetute correttamente all’operatore.

Nel caso si determini che l’ipoacusia di tipo recettivo, viene generalmente sconsigliato l’utilizzo di protesi, che risulterebbero quasi inutili e che, invece, potrebbero causare sconforto nel paziente stesso, il quale si sentirà frustrato. Da questo si può intuire perché, nei soggetti anziani, questo esame sia sempre suggerito dall’otorino.

Un esame vocale con risultati mediocri, suggerisce invece una possibilità di un periodo di prova nell’utilizzo di protesi acustiche, permettendo quindi a medico e paziente una valutazione oggettiva e verificando se sia possibile utilizzare una protesi in maniera definitiva.

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